Tuesday, January 19, 2016

"RACCONTIAMO LA "MARCIA IN PIU'..." - DEL MFPR - ITALIA

Dal nuovo Foglio speciale del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario Italia - che si può richiedere on line scrivendo a mfpr.naz@gmail.com.

Il foglio comprende: 
- La 1° tappa a Melfi tra le operaie della Sata
- L'incontro con Pina e operai della Sata
- Con le compagne e i compagni dell'ex OPG occupato di Napoli
- Un'interessante assemblea con le compagne di Je sò pazzo
- Un singolare incontro a Napoli sulla questione della Teoria rivoluzionaria
- La marcia arriva alla festa/inaugurazione della libreria Metropolis
- Raccontiamo questa marcia con orgoglio
- Colonia: De te fabula narratur

Da "Raccontiamo questo marcia con orgoglio...
perché è stato un evento nuovo, una marcia che ha attraversato in 2gg tre realtà importanti del nostro paese. La marcia è stata la concretizzazione di quello che una studentessa ha detto nel seminario a Palermo sul 20° anniversario del Mfpr: “colpiscono le vostre azioni”, di un piccolo gruppo che con coraggio mette in campo fatti e con questi coinvolge anche le altre.
Lo spirito, la forma, il carattere di questa marcia sono stati quelli di un “piccolo esercito rivoluzionario” di donne che va dove serve, che si pone obiettivi e li raggiunge, che conquista delle “basi” dove mettere paletti per il lavoro futuro. “Armiamoci e partiamo - ha detto una lavoratrice che ha partecipato alla marcia - questo abbiamo fatto”.
L'Mfpr con la marcia ha lanciato una sfida a tutto campo, non solo verso il
padronato, lo Stato, ma anche sulla questione del rapporto donne/uomini, compagne/compagni, e sulle questioni teoriche.
Abbiamo affrontato alcune difficoltà, problemi organizzativi, ma la soluzione dei problemi è stato stato l'aspetto principale non il problema.
Pina, l'operaia, delegata Fiom della Fca/Sata di Melfi ci ha detto: “Mi sono emozionata nel vedere che 10 compagne si sono mosse da tutta Italia per venire da noi”. Certo a Melfi abbiamo trovato un clima generale di timore, di sfiducia, insieme a rabbia e insopportabilità delle condizioni di lavoro e di vita che questo sistema padronale impone. Perché non dovrebbe essere così? Ma noi riusciremo a smuovere questo stato di cose. La raccolta firme sulle tute è un bagliore di ribellione. Ora noi con le operaie combattive vogliamo essere la miccia per farla infiammare. Chi non ha capito ancora questo spirito occorre che rilegga meglio la storia.
La stessa sorpresa e contentezza è stata espressa nel comunicato di 'Je so pazzo' di Napoli.

A Roma, anche la Casa internazionale delle Donne, distante chiaramente da noi, e che pochi giorni prima avevamo criticato per presenze reazionarie in un Convegno che ospitava e che per questo aveva fatto un passo indietro, ha rilanciato l’informazione della Marcia e una compagna ha partecipato all’iniziativa alla libreria.

Tutto questo ci dà più fiducia e forza, che anche un piccolo gruppo, ma in sintonia col
momento, le necessità, i bi/sogni delle donne, può fare tanto.
Una marcia che ha segnato il cambio di passo annunciato nella celebrazione del 20°
anniversario del Mfpr: una “marcia in più”, che abbiamo messo in pratica, fatta non solo di parole, pubblicazioni,
ma di facce, di presenza diretta. Abbiamo cominciato a portare il nuovo “sciopero delle donne”, portandolo con coraggio anche lì dove non siamo presenti, facendo “nostre” anche le lotte in cui non ci siamo, facendole conoscere sul piano nazionale in termini affascinanti e vincenti.
Abbiamo emozionato. Questo è importante, perché ci si muove non solo perché si è d'accordo con una linea ma anche perchè si è coinvolte emozionalmente.
Il centro della Marcia era questa volta la Fiat Sata. Siamo andate a Melfi per portare una lotta che va oltre il “normale” sindacalismo. Perché il nuovo sciopero delle donne deve avere come riferimento le operaie e le donne più sfruttate. E attualmente la Fca Sata è non solo il concentrato del fascismo padronale ma anche la più grande fabbrica in Italia, dopo l’Ilva, e dove un terzo sono donne. Qui ci sono stati i primi bagliori di resistenza, in una situazione difficile. Certo, solo un bagliore, ma noi siamo materialiste, e vediamo e facciamo di una “lettera delle fortunate operaie di Melfi”, una espressione della denuncia di tutte le operaie, e di una raccolta firme contro le tute bianche, un primo atto di rivolta al sistema Marchionne.
La situazione resta difficile e pesante. Le operaie hanno paura. Ma la questione era di portare il sostegno diretto e dare un segnale. Siamo andate a dire che lo sciopero delle donne, la lotta delle donne, è la risposta; siamo andate a dire che sulla questione tuta ora si devono strappare risultati concreti. Lo sciopero delle donne è la strada che permette di sviluppare questa realtà, sia in termini di denuncia che di sviluppo del protagonismo delle operaie, per spazzare via “corvi” che prima hanno osteggiato e poi vogliono distorcere ed espropriare le operaie di questa campagna, dalla segreteria della Fiom a certe “corve” piccolo borghesi.
All’ex-OPG “Je so pazzo” abbiamo incontrato compagne e compagni. Qui la cosa più
importante sono state le domande che hanno posto anche una questione importante: quella del rapporto tra lavoratori e lavoratrici, tra donne e uomini, come tra compagne e i compagni; e alla fine le compagne, che avevano riserve, ascoltando esempi concreti che a volte ci fanno conoscere meglio delle parole, hanno iniziato a comprendere. È emersa la novità in termini ideologici e di prassi del movimento femminista proletario rivoluzionario. Una novità che vuole essere verso le compagne di stimolo, aiuto ma anche di critica sincera verso concezioni posizioni arretrate che sono di freno allo sviluppo della necessaria e non rinviabile autorganizzazione e lotta autonoma delle donne, per sviluppare la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione proletaria e di una rivoluzione nella rivoluzione che “rovesci la terra e il cielo”.
La riunione sempre a Napoli con l'editore della 'Città del Sole, Manes e il professore marxista dell'università 'Federico II', Di Marco è stata molto interessante. “Pubblichiamo alcuni vostri opuscoli”, ci ha detto Manes; “Portiamo l'MFPR nell'Università”, ha detto Di Marco. Si è dimostrato che nel MFPR non solo le donne lavoratrici, disoccupate si organizzano per lottare, ma che diventano capaci di portare la battaglia anche a livello teorico - bellissimo è stato ad un certo punto sentire un dibattito tra una disoccupata e il prof. Di Marco.
E proprio nel 20° anniversario abbiamo assunto la “sfida” di perseverare ed elevare il livello del nostro lavoro teorico, principalmente marxista-leninista-maoista.
Certo, questo di entrare nelle università è una sfida impegnativa, non ci siamo abituate, ma con lo spirito del “piccolo esercito” la affronteremo con entusiasmo.
Roma, infine, è stata una festa che le compagne si sono presa. A Roma si è visto il senso alto della festa, la cameraderia, il festeggiare un risultato. Abbiamo creato un clima popolare nella strada, il clima giusto anche per l'inaugurazione della nuova libreria militante, 'Metropolis'. “Da tempo vi volevamo conoscere”, ci hanno detto alcune donne di Roma. Attricecontro ha detto che si può fare una piece teatrale sullo sciopero delle donne.

Questa marcia ora deve continuare e continuerà!
E anche il nuovo “Sciopero delle donne” sarà questa volta una specie di marcia, uno sviluppo a macchia di leopardo che durerà tutto l’anno, che trova un momento significativo intorno all’8 marzo prossimo, ma che proseguirà anche dopo.

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